Umanista e uomo politico olandese. Traduttore di Cicerone e
di altri autori classici in olandese, fu arrestato nel 1567, con l'accusa di
aver favorito la rivoluzione contro il dominio spagnolo, e costretto a lasciare
l'Olanda dove poté ritornare solo dopo la cacciata degli Spagnoli, nel
1572. Nominato segretario degli Stati di Olanda, fu nuovamente costretto
all'esilio per il rigore con cui si impegnò a punire gli insorti
più estremisti; dopo il definitivo ritorno in patria, nel 1576 si
stabilì ad Haarlem, esercitando la professione notarile. Fu strenuo
oppositore dell'ortodossia calvinista, criticandone soprattutto l'uso di
estorcere confessioni di fede.
C. affermò che nessun sistema
dottrinale dovesse essere imposto con la forza, accusando i calvinisti ortodossi
di ignorare la natura spirituale e interiore del cristianesimo, che richiedeva
un libero atto di fede nella parola di Cristo. La chiesa calvinista di Amsterdam
incaricò J. Arminius di confutare le sue opinioni sulla predestinazione;
il suo contraddittore, tuttavia, finì col convertirsi alle idee che
avrebbe dovuto condannare, dando così vita alla grande controversia
politico-religiosa tra arminiani e gomaristi che ebbe importanti ripercussioni
politiche all'inizio del XVII sec. (Amsterdam 1522 - Gouda 1590).